L’altro giorno mi è stata posta una domanda genuina su un social come commento ad un post condiviso:
“Quando parli di cognizione e aspetti cognitivi a cosa ti riferisci in particolare?”.
Confesso che la domanda mi ha spiazzato, innanzitutto perchè sono tra i sostenitori dell’esplicitazione dell’ovvio e, nonostante io scriva di psicologia, coaching ed economia comportamentale da più di dieci anni, e puntualmente i miei contenuti afferiscono alle sfere cognitive, emotive e sociali, ovvero ai processi intrapsichici ed interpersonali delle performance delle Persone, non mi sono mai fermato a spiegare cosa si intenda con essi, ma son sempre andato oltre a parlare degli effetti sulle nostre vite e sulla nostra quotidianità.
Motivo per cui ho deciso di condividere oggi dei concetti basilari per rispondere a quella domanda, che per quanto spiazzante è stata di un’utilità estrema.
Prima però lascia che mi presenti: sono Davide Etzi e sono uno Psicologo del lavoro e delle organizzazioni ed un Economista comportamentale, oltre che un Executive Coach dell’International Coaching Federation, con credenziale PCC (Professional Certified Coach). In sostanza, lavoro con Persone, Gruppi e Organizzazioni nelle evoluzioni e nei processi di cambiamento, con particolare focus sullo sviluppo di competenze e potenziale, utilizzando le metodologie del coaching e della consulenza applicata ai contesti sociali e organizzativi.
Importante premessa sui Processi Cognitivi
In termini più tecnici e semplici definiamo i processi cognitivi tutto ciò che accade nell’ambito della Percezione, dell’Apprendimento, della Memoria, del Linguaggio, per Pensiero e del Ragionamento, della Decisione e del Giudizio, e delle conseguenti rappresentazioni della conoscenza che da essi derivano.
Importante premessa: negli esseri umani, TUTTI i processi cognitivi e le relative abilità che da questi ne scaturiscono, sono altamente e irrimediabilmente influenzati dalle emozioni, molto più di quanto comunemente pensiamo.
Anche le decisioni apparentemente più logiche e spietatamente razionali, hanno una forte base emotiva.
Cosa sono le abilità cognitive
Le abilità cognitive o definite anche più semplicemente “cognizione” o “processi cognitivi”, ci spiegano come percepiamo il mondo e le azioni che ne derivano.
Sono quindi “l’insieme di capacità o processi mentali che fanno parte di quasi ogni azione mentre siamo svegli”. In sostanza è la nostra capacità mentale che coinvolge il ragionamento, la soluzione dei problemi, la pianificazione, il pensiero astratto, la comprensione di idee complesse e l’apprendimento dall’esperienza. Pertanto, le abilità cognitive comprendono le abilità basate sull’attività del cervello necessarie per svolgere con successo compiti, che vanno dai più semplici ai più complessi.
Abilità cognitive ed intelligenza
Sebbene abilità cognitive ed intelligenza possano sembrare interconnesse, non possiamo dire che sono intercambiabili e che sono la stessa cosa.
Mentre l’intelligenza, nel suo concetto più tradizionale (logico-analitica) rimane relativamente statica nell’età adulta e viene misurata con un indicatore a mio parere un po’ obsoleto che è il Q.I. (Quoziente intellettivo), l’abilità cognitiva di un individuo può essere allenata e migliorata.
Allo stesso modo, l’abilità cognitiva è influenzata anche dalla comunicazione e dalle interconnessioni tra le varie regioni del cervello. Così come, le differenze individuali nelle capacità cognitive, per cui si può possedere l’abilità cognitiva alta o bassa, sono influenzate da queste interconnessioni nel cervello.
A sostegno di questo fatto, un recente studio del dipartimento di Psicologia e Brain Imaging Center della Goethe University ha mostrato che gli individui che possiedono elevate capacità cognitive tendono ad avere cervelli che mostrano una comunicazione più stabile nelle loro reti neurali , rispetto a quelli con capacità cognitive inferiori.
Inoltre, per quanto riguarda le capacità cognitive, viene analizzata una gamma di sofisticate capacità di pensiero comprensive di categorie di neurosviluppo come il processo decisionale sistematico, l’acquisizione di concetti, l’uso delle regole, il brainstorming e il pensiero valutativo.
Se ti stai chiedendo se leggere, studiare, allenarsi col corpo o con la mente, abituarsi a schematizzare mentalmente, o ancora meglio per iscritto, processi, idee ed azioni, favorisca maggiori connessioni neurali e quindi sviluppano le capacità cognitive la risposta è senza dubbio: “Sì”.
Come aumentare la capacità cognitiva
Se l’elevata capacità cognitiva si riferisce a una maggiore capacità di aumentare le connessioni neurali nel nostro cervello, ovvero quelle cellule nervose che sono strettamente interconnesse tra loro, è chiaro che più queste cellule vengono stimolate, più loro si connettono, più la nostra capacità cognitiva aumenta, in questo ci vengono in aiuto le “sinapsi” che agiscono come da canale di passaggi delle informazioni fra i neuroni.
Importante dire che ciascuno di noi ha il proprio modo per stimolare l’attività delle connessioni neurali, che sia lo sport, la lettura, lo studio, il videogioco interattivo con alta partecipazione del gamer, il movimento corporeo consapevole e inconsapevole, la meditazione, non esistono attività universali per tutti per attivare ed allenare le nostre abilità cognitive.
Diminuire le capacità cognitive
La bassa capacità cognitiva determina la bassa capacità delle reti neurali di stabilizzarsi all’interno del nostro cervello.
Vero è che l’instabilità nelle reti neurali può essere dovuta a lesioni cerebrali traumatiche , con conseguente bassa capacità cognitiva, poiché le reti e le regioni neuronali sono compromesse.
Ciò significa che le persone che hanno subito lesioni cerebrali traumatiche possono alterare le loro capacità cognitive.
Inoltre, proprio come un’elevata capacità cognitiva è riconducibile alla propria personalità e all’allenamento che delle stesse si fa, funziona allo stesso modo una bassa capacità cognitiva.
Se ora invece ti stai chiedendo se NON leggere, NON studiare, NON allenarsi col corpo o con la mente, NON abituarsi a schematizzare mentalmente, o ancora meglio per iscritto, processi, idee ed azioni, favorisca l’instabilità delle reti neurali nel cervello e con esse la drastica diminuzione delle abilità cognitive, la risposta è senza dubbio: “Sì, lo fa!”
É quindi possibile diventare più stupidi per un processo volontario? La risposta è “Ahimè, sì!”
Allo stesso modo, è stato affermato che alcuni tratti della personalità riducono la propensione di un individuo all’innovazione.
Tali tratti della personalità includono l’autoritarismo e l’essere orientati alle regole, ad esempio.
Pertanto, è ormai assodato che a parità di intelligenza alcuni individui possono naturalmente avere un’elevata capacità cognitiva, altri possono avere una bassa capacità cognitiva e questo ci dà un’altra importante informazione, ovvero che la cultura, intesa come insieme di norme, nozioni, concetti e regole, incide particolarmente sul livello di abilità cognitive.
Pertanto, non credo sia del tutto errato pensare che vi siano culture dove il livello di abilità cognitiva medio è più alto o viceversa.
Tuttavia, l’abilità cognitiva non deve essere intesa come avente fini estremi, ma piuttosto come un continuum, in cui un individuo può trovarsi a diversi livelli a seconda delle situazioni e delle condizioni in un momento particolare della sua vita.
Carriera ed abilità cognitive
Nei processi di valutazione del potenziale delle Persone nei contesti di lavoro l’abilità cognitiva è considerata il miglior predittore delle prestazioni lavorative.
A sostegno di questa argomentazione, studi primari e alcune revisioni meta -analitiche stabiliscono un legame tra prestazioni lavorative e capacità cognitive nella maggior parte dei paesi europei.
Tuttavia, probabilmente, la validità predittiva dell’abilità cognitiva nel determinare le prestazioni dipende dalla complessità di un lavoro.
Sulla base di quanto appena letto nei paragrafi precedenti, probabilmente ti starai chiedendo se esistono lavori e ruoli che migliorano o peggiorano le tue abilità cognitive, così come luoghi di lavoro e culture che fanno lo stesso.
É altamente probabile, infatti, che sia la cultura aziendale che il ruolo organizzativo e la tua mansione incidano particolarmente sulla possibilità di migliorare o peggiorare le tue abilità cognitive.
Ciononostante, è abbastanza naturale pensare che le prestazioni lavorative sono influenzate dalle capacità cognitive, l’acquisizione di conoscenze relative al lavoro, per cui gli individui con elevate capacità cognitive sono in una posizione migliore per acquisire le conoscenze necessarie ai più alti livelli possibili.
In conclusione, la misurazione delle abilità cognitive è comunemente usata nell’ambiente di lavoro per determinare il proprio possibile successo in una posizione.
Allo stesso tempo, diversi studiosi discutono a favore e contro vari aspetti che influenzano questo fenomeno, che vanno dalla genetica, all’ambiente e ad altre esperienze di vita.
Da tempo misuriamo questo costrutto nei processi di valutazione ed assessment che portiamo nelle aziende come Humanev, o direttamente coi clienti privati.
Se sei interessato o interessata ad approfondire il tema o a prenotare una consulenza per la misurazione delle tue abilità cognitive e sviluppare un piano di lavoro per potenziarle, ti invito a chiedere una prima consulenza cliccando proprio qui.
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Dott. Davide Etzi
Psicologo, Psicoeconomista, Executive Coach e Terapeuta [www.davideetzi.it]
Consulente in management e sviluppo delle Persone nelle Organizzazioni [www.humanev.com]
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